Che cos’è il virus respiratorio sinciziale e perché colpisce i bambini?

Che cos’è il virus respiratorio sinciziale e perché colpisce i bambini?

Il virus respiratorio sinciziale rappresenta una delle preoccupazioni principali dei genitori di bambini piccoli. Diffuso soprattutto in inverno, è la principale causa di una grave infezione respiratoria conosciuta come bronchiolite. Si tratta di un’infiammazione di bronchi e bronchioli che provoca l’aumento della produzione di muco e l’ostruzione delle vie aeree con crisi di broncospasmo, da cui può derivare una importante difficoltà respiratoria, causa di frequenti ospedalizzazioni nei primi anni di vita.

Che cos’è il virus respiratorio sinciziale?

Il virus respiratorio sinciziale (VRS) rappresenta una delle principali cause di malattia grave per i bambini nei primi due anni di vita, ma soprattutto nei primissimi mesi, in tutto il mondo. Si tratta di un virus a RNA, appartenente alla famiglia Paramyxoviridae, la stessa dei virus parainfluenzali, del virus della parotite e del morbillo. Si stima che circa il 90% della popolazione pediatrica, entro i due anni di vita, lo incontri. Il problema principale legato al Virus Respiratorio Sinciziale è rappresentato dalle frequenti ospedalizzazioni che può provocare, con necessità di supporto ventilatorio, e dalla vulnerabilità che segue l’infezione per un periodo non ancora ben chiarito. I bambini che sono stati contagiati, infatti, hanno un rischio maggiore di incorrere in problematiche respiratorie nel corso della loro vita.

Come avviene il contagio?

Il Virus Respiratorio Sinciziale è molto diffuso e contagioso, e, come il virus dell’influenza provoca epidemie annuali. Si trasmette per via aerea, attraverso l’inalazione di goccioline generate da uno starnuto o dalla tosse, o per contatto diretto delle secrezioni nasali infette con le membrane mucose degli occhi, della bocca o del naso. Il periodo di maggiore contagiosità è compreso tra novembre e aprile, con un picco nei mesi di gennaio, febbraio e marzo. Il periodo di incubazione (tempo che intercorre tra l’esposizione e i sintomi) è di circa quattro-sei giorni.

Come riconoscerlo?

L’infezione da Virus Respiratorio Sinciziale, che inizialmente si manifesta con tosse e congestione nasale, potrebbe essere confusa con un semplice raffreddore. Esistono alcuni aspetti ai quali i genitori possono fare attenzione, come per esempio la perdita dell’appetito e la difficoltà nell’ingestione causata dalle gravi problematiche respiratorie. Alla comparsa dei primi sintomi, è importante una visita: pur non esistendo una terapia specifica, cogliendo per tempo i segnali, si può evitare il ricovero in ospedale. In alcuni, l’infezione progredisce in una grave malattia respiratoria, la bronchiolite, che richiede l’ospedalizzazione per aiutare il bambino a respirare. La diagnosi di una infezione da VRS è clinica ma, per essere più precisa, è necessario ricorrere all’identificazione del patogeno vivo all’interno delle secrezioni respiratorie tramite tampone molecolare.

Chi colpisce?

I bambini più piccoli (neonati o nei primi mesi di vita) sono a maggior rischio di sviluppare una forma più grave di malattia. Nei nati prematuramente o con una malattia polmonare cronica, o che hanno alcune malattie cardiache e neuromuscolari, l’infezione da Virus Respiratorio Sinciziale può portare a gravi complicazioni respiratorie (insufficienza respiratoria con mancanza di ossigenazione) e polmonite, che può diventare pericolosa per la vita.

Come si prevenire le complicazioni?

Le linee guida internazionali e nazionali raccomandano che i bambini ad alto rischio per elevata prematurità o presenza di malattie cardiache, polmonari o neuromuscolari e altre malattie debilitanti, ricevano un anticorpo monoclonale per proteggerli dalle gravi complicazioni della malattia. Di solito viene somministrato mensilmente durante la “stagione” del Virus Respiratorio Sinciziale, dal tardo autunno alla primavera, con semplici iniezioni intramuscolari. Non è quindi un vaccino e non previene l’infezione ma riduce la gravità della eventuale malattia e abbrevia il soggiorno in ospedale. Per proteggere i bambini fragili è importante che tutte le persone in contatto con lui si lavino sempre le mani prima di toccarlo. Inoltre è importante tenere il bambino lontano dal fumo e dalle aree affollate come i centri commerciali. Una attenta valutazione con il pediatra di riferimento aiuterà nella scelta di inserire o meno il bambino fragile al nido nel periodo epidemico. Molte ricerche per la messa a punto di un vaccino sono in fase avanzata di studio.