Mio figlio è allergico al latte? L’importanza della diagnosi nei bambini
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Assieme alle uova, il latte vaccino è il principale responsabile di un’allergia alimentare nei bambini. I numeri dicono però che si tratta di un problema comunque raro: meno di 2 bambini su 100. Il disturbo prevede un’unica soluzione: l’eliminazione dalla dieta di latte e derivati. Ma siccome la scelta ha un impatto non trascurabile nel corso dell’età infantile, è importante che si arrivi a questo punto soltanto dopo aver completato un adeguato iter diagnostico. Cosa che non sempre avviene. Con un duplice effetto: un’incidenza del disturbo superiore al quella effettiva e molti bambini privati, senza una ragione, della possibilità di consumare latte, yogurt e formaggi.
Perché il latte è importante nei bambini?
Il latte e i latticini sono alimenti molto preziosi nel piano nutrizionale di un bambino, in quanto, tra le altre cose, assicurano un apporto sufficiente di calcio, responsabile di una solida struttura ossea e di denti sani. Oltre al calcio, il latte contiene vitamine e nutrienti fondamentali per accompagnare in modo sano la crescita dei piccoli in questa fase della loro vita.
Perché i bambini sviluppano l’allergia al latte vaccino?
L’allergia al latte vaccino è causata da una reazione anomala del sistema immunitario alle proteine contenute nel latte di mucca e in tutti i suoi derivati (latti formulati dell’infanzia, formaggi, ecc.). Il principale fattore di rischio per lo sviluppo di un’allergia alle proteine del latte vaccino è una predisposizione ereditaria all’allergia (si parla anche di “costituzione atopica”): alcuni soggetti, cioè, nascono con una tendenza ad essere allergici. Si tratta infatti spesso di bambini con dermatite atopica e/o con uno o ambedue i genitori o fratelli affetti da allergie.
Quali sono le proteine “incriminate”?
Delle oltre 25 proteine contenute nel latte vaccino, quelle implicate in tale reazione sono quasi esclusivamente la caseina (Caseina AaS1 in particolare), la alfalattalbumina e la betalattoglobulina.
Come accorgersi se un bambino è allergico al latte?
Dopo l’ingestione del latte possono verificarsi innanzitutto disturbi gastrointestinali, come diarrea e vomito. La pelle può irritarsi e possono comparire dermatite e orticaria. Possono infine essere interessate anche le vie respiratorie con attacchi di rinite, rinocongiuntivite, tosse e asma. Sono queste le reazioni più comuni, mentre più rare sono le manifestazioni sistemiche, che colpiscono più organi contemporaneamente, talvolta in modo così grave e severo da causare shock anafilattico.
Perché è importante una accurata diagnosi?
I dati parlano chiaro, con una quantità dieci volte superiore ai reali casi di piccoli allergici al latte vaccino. Le motivazioni dietro questo eccesso è da ricercare nella sempre maggiore tendenza a indicare come derivati da allergia alcuni sintomi sospetti che, di per sé non giustificano la diagnosi finale di allergia al latte vaccino. Non bastano, infatti, un rigurgito di latte, diarrea o crisi di pianto per diagnosticare un’allergia e, quindi, eliminare il latte dalla dieta dei bambini. Ecco perché è importante una diagnosi precisa e tempestiva, condotta dal pediatra o dallo specialista in allergologia che, attraverso il prick test valuta l’azione dell’allergene sul bambino e, in caso di esito positivo, avvia la prassi per la certificazione dell’allergia, con esami del sangue per individuare la presenza delle immunoglobuline (IgE. immunoglobuline E), per poi passare all’ultimo step di valutazione con il test di provocazione orale sotto controllo medico, così da valutare sintomi immediati e muoversi nel modo migliore per porre rimedio alle complicanze.
Come si cura?
Una volta fatta la diagnosi, la terapia si basa esclusivamente sull’abolizione temporanea ma scrupolosa dalla dieta delle proteine del latte vaccino. Il latte contenente proteine del latte vaccino, dovrà essere sostituito secondo le indicazioni del pediatra. Da eliminare anche tutti gli alimenti e i prodotti che contengano latte e derivati. Questo implica passare in rassegna con scrupolosa attenzione le etichette dei cibi che si acquistano, che per legge devono indicare la presenza di allergeni, proteine del latte incluse. È intuitivo fare attenzione ai prodotti lattiero-caseari per la dieta del bambino allergico: formaggi, formaggini, parmigiano, burro, latte condensato, yogurt, panna. Ma non è risaputo che le proteine del latte possono essere contenute anche nei salumi e nelle salsicce, nella margarina, nel cioccolato, nei dolci, nei biscotti e nei prodotti da forno. Mentre il latte viene sostituito da formule a base di proteine fortemente idrolizzate, cioè frammentate in tanti pezzetti così piccoli da non essere riconosciuti dal sistema immunitario. Nelle forme più gravi, ma sempre dietro il consiglio di un allergologo pediatra, si può ricorrere alle miscele amminoacidiche (contenenti amminoacidi liberi, non assemblati in peptidi). Sono invece da escludere tutte quelle bevande di origine vegetale (mandorla, avena, riso, soia) che si trovano nei supermercati. Sono bevande non adatte ai più piccoli, dal punto di vista nutrizionale.
L’allergia al latte dura per sempre?
La dieta di esclusione ha comunque quasi sempre un inizio e una fine. Entro i 3 anni di vita, 9 bambini su 10 risolvono il problema e possono tornare a consumare il latte vaccino, i suoi derivati e i prodotti che lo contengono come ingrediente. La conferma la si ha sottoponendo nuovamente il bambino al prick test e al test di provocazione orale.
Allergia al latte o intolleranza al lattosio?
Il latte può creare disturbi con due modalità ben distinte:
- l’allergia alle proteine del latte vaccino, causata da una anomala reazione del sistema immunitario alle proteine contenute nel latte;
- l’intolleranza al lattosio, cioè la condizione causata dalla carenza più o meno marcata di un enzima, la lattasi, che è necessario per “digerire” il lattosio, uno zucchero contenuto largamente nel latte vaccino ma anche nel latte materno o in altri tipi di latte.
Le due condizioni presentano in comune alcuni sintomi, come meteorismo intestinale (abnorme produzione di gas nell’intestino), senso di distensione e gonfiore intestinale, diarrea, che si verificano dopo l’assunzione di latte. Le analogie si fermano qui, però. Nell’allergia sono spesso presenti anche disturbi a carico di altri apparati, come la cute e l’apparato respiratorio, mentre nell’intolleranza al lattosio i sintomi sono quasi esclusivamente gastrointestinali. Nell’allergia bastano anche piccole quantità di latte o alimenti contenenti latte per causare i sintomi, che possono anche essere gravi indipendentemente dalla dose assunta, mentre in caso di intolleranza al lattosio spesso il soggetto tollera una certa quantità di alimenti contenenti latte, e i sintomi si presentano oltre tale soglia.