Consigli per lo svezzamento: attenzione a grassi saturi, zuccheri e sale
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L’alimentazione dei bambini è un argomento molto dibattuto tra i genitori, che spesso cercano su internet indicazioni al riguardo. Ma le informazioni contenute su questi canali sono infinite e possono creare confusione tra gli adulti, che si chiedono: cosa si intende davvero per svezzamento e alimentazione sana nei bambini? Lo stile alimentare dei genitori influenzerà quello del proprio bambino, per cui è rilevante fare scelte salutari nel momento dell’acquisto dei cibi: ad esempio prediligendo gli alimenti a filiera corta, dando preferenza ai vegetali piuttosto che ai derivati animali, proponendo al bambino numerose porzioni al giorno di frutta e verdura di stagione, e limitando l’assunzione di zuccheri semplici. È un’occasione per migliorare la dieta, e quindi la salute, di tutta la famiglia.
Che cos’è lo svezzamento?
L’alimentazione complementare è il passaggio da un’alimentazione esclusivamente a base di latte a un’alimentazione fatta di latte e di altri alimenti. Questa integrazione è necessaria perché il latte, a partire dai 6-8 mesi, incomincia a perdere gradualmente la sua completezza per alcune vitamine e sali minerali. Con l’introduzione di altri alimenti, definiti per questo “complementari”, è possibile supplire a queste carenze e garantire al bambino una nutrizione adeguata e quindi una crescita regolare. Con l’inizio dell’alimentazione complementare, l’allattamento materno dovrebbe proseguire almeno fino ai 12 mesi, e anche oltre l’anno a seconda della volontà di mamma e bambino.
Quando iniziare?
Le più importanti organizzazioni sanitarie internazionali, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e il Fondo per l’Infanzia dell’Onu (Unicef), considerano il latte umano l’alimento ideale per i bambini fino a 6 mesi di vita. Pertanto non è opportuno iniziare lo svezzamento prima della fine del sesto mese. Inoltre, prima di questa età, il bambino non è portato ad assumere cibi solidi. A partire da sei mesi il bambino sarà in grado di deglutire i solidi, aprire la bocca al cucchiaio o girare il viso per rifiutarlo, afferrare gli oggetti con le mani per portarli alla bocca e riuscire a stare seduto sul seggiolone.
Come iniziare lo svezzamento?
Non esiste un modo “giusto” di introdurre i cibi solidi nella dieta del bambino: ogni famiglia dovrà trovare la propria strada, in accordo con i suggerimenti del pediatra. C’è chi sceglierà di proporre al bambino la classica “pappa”, chi preferirà iniziare proponendo degli alimenti in purè o degli omogeneizzati preparati in casa, chi invece sceglierà la strada dell’autosvezzamento. È importante non fissare fin dall’inizio schemi troppo rigidi, per numero, quantità e orario dei pasti. Qualunque sia la scelta della famiglia, sarà fondamentale confrontarsi con il pediatra, che darà i suggerimenti più adeguati perché la combinazione dei diversi nutrienti (carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali) sia bilanciata, in modo da evitare carenze o eccessi.
Che cos’è l’autovezzamento?
L’autosvezzamento, o alimentazione complementare “a richiesta”, come dice la parola stessa, è una alimentazione complementare che rispetta l’innata capacità del bambino di autoregolazione. I genitori hanno il compito di rendere adeguato il cibo a disposizione del bambino, senza seguire rigidi schemi temporali né calendari per l’inserimento dei diversi alimenti. In concreto, quando il bambino, dopo i sei mesi di vita, comincerà a interessarsi al cibo che i genitori mangiano, andrà assecondato: in occasione di qualsiasi pasto potrà liberamente attingere dai cibi presenti a tavola. Naturalmente la dieta familiare dovrà essere corretta sotto tutti i punti di vista, qualitativo e quantitativo, per far sì che il bambino sia libero di esplorare e di familiarizzare con nuovi aliment. È importante che i genitori lo rendano partecipe, tenendolo a tavola con loro e condividendo con lui il momento del pasto.
Cosa non fare durante lo svezzamento?
Il timore di compiere degli errori durante lo svezzamento è più che legittimo: è la prima volta per genitori e bambini. Ma è importante evitare di accelerare i tempi a tutti i costi e di iniziare se il piccolo non è pronto. Di solito il periodo giusto è intorno ai 6 mesi di età, però, ogni bambino ha i suoi tempi e questi vanno rispettati. Vi basterà osservarlo e cogliere i suoi segnali per capire quando è il momento giusto per iniziare lo svezzamento. Inoltre, non è necessario togliere completamente l’allattamento al seno o le formule artificiali. Il latte continuerà a essere la fonte di nutrimento principale e il cibo fungerà da completamento per molti mesi ancora. Fare però molta attenzione alle quantità e alla qualità dei cibi: è dimostrato che le esperienze alimentari precoci hanno un ruolo centrale nella varietà della dieta dei bambini più grandi, per cui esporre i bambini dal sesto mese di vita in poi a tutta la varietà dei sapori contribuirà a un’alimentazione più varia e più sana.
Quanto dovrebbe mangiare un bambino durante lo svezzamento?
Il fabbisogno energetico giornaliero è di 70-75 kcal per chilo di peso al giorno e l’apporto di energia dovrebbe derivare per il 45-60% dai carboidrati, per il 40% dai lipidi e solo per il 10% dalle proteine. Tra i carboidrati sono consigliati quelli a basso indice glicemico, mentre è bene limitare al massimo gli zuccheri semplici. Per quanto riguarda i grassi, vanno evitati per quanto possibile quelli saturi, preferendo i monoinsaturi e polinsaturi, contenuti principalmente nei vegetali e nel pesce. Per quanto riguarda le proteine, secondo le linee guida nel primo e nel secondo anno di vita il fabbisogno è di 1 grammo per chilo di peso.
Quali cibi mangiare e quali evitare?
Va prestata massima attenzione alla quantità di proteine e grassi, ma anche agli zuccheri semplici e al sale. Per quanto riguarda gli zuccheri, quelli incriminati sono soprattutto i monosaccaridi (glucosio e fruttosio) e i disaccaridi (saccarosio) aggiunti, oltre agli zuccheri naturalmente presenti in miele, sciroppi, succhi di frutta e concentrati di succhi di frutta. Un recente lavoro scientifico ha dimostrato che l’assunzione di bevande zuccherate si associa allo sviluppo di obesità in età pediatrica, a causa del loro elevato contenuto calorico. Inoltre, gli alimenti zuccherati possono favorire la comparsa di carie anche nei denti da latte. Durante lo svezzamento, oltre al latte, il bambino dovrebbe bere solo acqua: no quindi a bevande zuccherate. Nei bambini piccoli anche il consumo di sale è particolarmente nocivo: oltre a favorire alterazioni a carico delle pareti dei vasi sanguigni, l’abitudine a cibi troppo saporiti è difficile da eliminare se acquisita in tenera età. L’assunzione adeguata di sodio nel secondo semestre di vita deve essere pari a 0,4 grammi al giorno.
Come prevenire l’insorgenza di allergie alimentari?
Fino a qualche anno fa si riteneva che introdurre tutti gli alimenti in maniera graduale e ritardare l’introduzione di alcuni alimenti ritenuti maggiormente “allergizzanti” potesse essere utile a prevenire l’insorgenza di alcune allergie alimentari. Ricerche recenti, ma ormai consolidate e condivise da tutti gli studiosi, hanno dimostrato che questa usanza non è utile per la prevenzione delle allergie. Oggi, dunque, il consiglio è quello di inserire da subito tutti gli alimenti, inclusi uovo, pesce e tutte le verdure.