FAQ Domande Frequenti

Da tantissimi studi scientifici effettuati non emerge alcun dato sul possibile nesso di causalità tra vaccini e autismo. L’unico studio che riportava un legame causale tra il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia ed autismo è stato ampiamente smentito, al punto che il suo stesso autore Andrew Wakefield nel maggio del 2010 è stato radiato dall’Ordine professionale dei Medici.

Non è difficile riconoscerle: il lattante che ne soffre diventa rosso in volto, piange a lungo, flette ed estende le gambette, si contorce, si contrae, nel tentativo di trovare sollievo. Il pancino appare gonfio e alla percussione si sente che è pieno di aria. Di solito passano da sole, ma possono essere fastidiose ed interferire con l’alimentazione ed  il sonno del bambino.

Bisogna considerare che il riscontro di tosse nei bambini è frequente e proprio per questo anche 35-70 giorni durante l’anno caratterizzati da tosse possono essere considerati normali in età pediatrica. Inoltre bisogna distinguere episodi di tosse ricorrente da situazioni in cui la tosse perdura senza risoluzione per più di 4 settimane e pertanto richiede approfondimenti diagnostici.

Le forme allergiche più lievi, come la rinite e l’asma allergica lieve, non sono ad oggi considerate tra i principali fattori di rischio per sviluppare forme gravi di infezione da SARS-CoV-2. L’asma moderata e grave è invece inclusa tra le malattie respiratorie croniche che possono predisporre a forme gravi di infezione.

Si consiglia di effettuare un consulto in allergologia quando il bambino presenta sintomi e segni cutanei come sfoghi, eczema, prurito, orticaria, oppure se si hanno problemi respiratori come fischi, asma, sinusite, congestione nasale, difficoltà respiratoria. Nel corso della prima visita allergologia pediatrica, viene stilata un’anamnesi dettagliata del piccolo paziente. Lo specialista ricercherà le cause del disturbo, effettuerà dei test specifici per individuare tutti gli allergeni a cui il bimbo è particolarmente sensibile ed infine, prescriverà la cura più idonea, per ridurre drasticamente la sintomatologia.

Nonostante intolleranze e allergie alimentari presentino sintomi sovrapponibili, il meccanismo alla base della patologia è differente e pertanto anche le indagini diagnostiche sono diverse. I test utili per la diagnosi di allergia sono i test cutanei (prick test, prick by prick), il dosaggio delle IgE totali e specifiche e i test di provocazione. L’unica indagine diagnostica attualmente riconosciuta per le intolleranze alimentari è il Breath Test.

Nella maggior parte dei casi (>90%), il bambino può presentare solo qualche fastidio dopo la broncoscopia, legato all’utilizzo della sedazione. Tuttavia, come tutti gli esami invasivi, anche la broncoscopia può presentare dei rischi. Le complicanze più gravi, come la fame d’aria (dispnea), le aritmie cardiache e il sanguinamento delle vie aeree, sono piuttosto rare e dipendono spesso da malattie già in atto o dal tipo di procedura effettuata (biopsia). Le complicanze più comuni sono quelle che non rappresentano un grave rischio per il paziente: abbassamento della pressione (ipotensione), febbricola, sangue dal naso e temporanea raucedine.

La distinzione tra una forma di rinite allergica e sintomi da raffreddamento si basa sulla durata dei sintomi, più breve per le forme virali acute. La rinite allergica è una infiammazione periodica o cronica, a carico del naso, dovuta ad una reazione allergica che si scatena quando una sostanza dell’ambiente esterno, normalmente innocua, viene a contatto con la mucosa nasale di un bambino che si è sensibilizzato nei confronti di quella sostanza.

Lo sport è fondamentale per qualsiasi bambino e l’asma non deve essere un ostacolo. Il bambino può praticare sport con alcuni semplici accorgimenti: l’allenatore deve essere informato del suo stato di salute e dei farmaci che assume e il bambino dovrà portare sempre con sé il Salbutamolo (farmaco da utilizzare al bisogno, con il distanziatore) per poterlo usare in caso di comparsa di sintomi.

Un’allergia può manifestarsi già nei primi mesi di vita e, in genere, può comparire a qualsiasi età, dai neonati ai soggetti anziani. L’intervallo di età nel quale si registra la più alta frequenza di diagnosi di allergia è fra i 16 e i 19 anni. Questo trova un riscontro anche nei meccanismi di sviluppo della malattia: l’organismo di un individuo in giovane età produce una maggiore quantità di anticorpi (o immunoglobuline) di tipo IgE, caratteristiche delle reazioni allergiche.