Puntura vespa

Puntura di vespa: cosa fare se succede ai bambini?

Con la bella stagione si trascorre più tempo all’aperto e aumentano le occasioni per far giocare i bambini al mare o in montagna. Non sono, quindi, così rari gli incidenti di percorso come le punture di insetto. Dalle api alle vespe, sono diversi gli insetti che in estate, complice il tempo passato all’aria aperta e l’innata curiosità dei bambini, possono pungere i più piccoli.

Come prevenire le punture di insetto?

Le sostanze repellenti non funzionano con questo tipo di insetti, pertanto:

  • fare attenzione a frutteti in fiore e campi;
  • non lasciare camminare il bambino a piedi nudi sul prato;
  • controllare accuratamente la camera e le lenzuola del bambino, dopo aver aerato l’ambiente;
  • insegnare ai bambini a muoversi lentamente e non andare in panico quando si incontrano vespe e api: non agitare le braccia e non cercare di scacciarle con le mani;
  • evitare prodotti (shampoo e sapone) troppo profumati: gli insetti ne sono attratti;
  • non avvicinarsi e non disturbare gli alveari: le vespe costruiscono il proprio nido spesso sotto ai tetti, balconi e alberi. Far rimuovere gli alveari presenti in casa o in giardino;
  • attenzione ai picnic all’aria aperta: meglio coprire bevande zuccherate e cibo (soprattutto dolce) per non attirare vespe e api.

Se non si riesce a scampare il pericolo e il bambino viene punto, l’importante è non perdere la calma. Un genitore agitato è quanto di peggio possa esserci per tranquillizzare un bambino spaventato e dolorante. Il massimo timore, quando un bambino è punto da un’ape o da una vespa, è la possibile reazione allergica. Chi sa già di avere un figlio allergico alle punture di ape e/o di vespa, dovrà tenere in borsa sempre il kit d’emergenza, di solito composto da farmaci antistaminici e cortisonici.

La puntura di un’ape, una vespa, un calabrone e un bombo possono determinare due differenti tipi di reazioni sul bambino:

  • prurito, arrossamento e gonfiore della parte colpita a causa delle sostanze irritanti contenute nel pungiglione (da trattare con ghiaccio e/o paracetamolo);
  • reazione allergica con difficoltà respiratoria e/o shock anafilattico.

Il veleno iniettato dal pungiglione di un imenottero (ape, bombo, vespa e calabrone) ha un effetto irritante nella sede della puntura, causando infiammazione che nella maggior parte dei casi rimane localizzata. In alcuni soggetti, tuttavia, il sistema immunitario produce anticorpi specifici implicati nelle reazioni allergiche di tipo anafilattico, detti IgE, che scatenano una reazione al veleno più o meno generalizzata, che in alcuni casi può anche essere grave.

Cosa fare in caso di puntura di insetto?

  • Togliere l’eventuale pungiglione grattandolo via con un coltellino o una carta di credito; se ne rimane solo un piccolo frammento, usate una pinzetta o un ago sterile come per togliere una scheggia. Non schiacciate la pelle intorno al pungiglione per farlo schizzare fuori: favorireste solo l’entrata in circolo del veleno.
  • Applicare ghiaccio. In assenza di episodi allergici, il bambino accusa subito molto dolore dopo la puntura di un’ape o di una vespa. In questi casi, è utile applicare del ghiaccio sulla zona colpita.
  • Tenere il bambino sotto osservazione nelle 12 ore successive alla puntura, in modo da individuare eventuali sintomi generali e di che tipo (solo cutanei o anche di altro tipo). In tal caso infatti vi è l’indicazione a contattare il pediatra, oltre che per valutare ed eventualmente trattare il bambino, anche per valutare l’opportunità di eseguire test allergici.
  •  Chiamare immediatamente il 118 in caso di anafilassi. Facilitate intanto la circolazione sanguigna: slacciate i vestiti, tranquillizzate il bimbo e mettetelo in posizione antishock, sdraiato con le gambe più in alto rispetto al corpo. L’adrenalina è il farmaco salvavita in caso di shock anafilattico e i genitori di bimbi allergici a rischio dovrebbero averne una fiala sempre con sé. Dopo essere stati istruiti sul suo utilizzo, non devono esitare a praticare l’iniezione ai primi sintomi (prurito alla lingua e al palato, difficoltà respiratoria, tachicardia, ipotensione).