Allergie e vaccino anti-Covid

Allergie e vaccino anti-Covid: indicazioni e controindicazioni

I vaccini anti-Covid hanno suscitato fin dalla loro realizzazione e distribuzione numerosi dubbi, soprattutto sulla loro efficacia e sicurezza. Le maggiori perplessità riguardano gli allergici: chi soffre di allergie corre qualche rischio in più? E quali reazioni può provocare? Un aiuto viene dall’Associazione Allergologi e Immunologi italiani territoriali e ospedalieri che ha messo a punto una serie di raccomandazioni per la somministrazione di un vaccino anti-Covid a Rna messaggero in soggetti con disturbi di ipersensibilità o allergie, cioè reazioni immunitarie inappropriate o esagerate verso una sostanza estranea.

Le allergie alle sostanze inalanti, come i pollini, gli acari della polvere o le muffe, le allergie alimentari e le allergie da contatto non rappresentano un fattore di rischio nell’effettuare la vaccinazione anti-Covid. La maggior parte di questi pazienti può sottoporsi a vaccinazione in totale sicurezza

Il componente principale del vaccino non è un allergene e non sono presenti tracce di alimenti (es. uovo o gelatina) come in altri vaccini. Unico allergene noto è il Polietilenglicole, un additivo molto diffuso in farmaci, cosmetici e altro, che può molto raramente provocare reazioni allergiche.

I vaccini sono da sempre considerati molto sicuri in questo senso, più di molti farmaci. Il vaccino anti-Covid è stato per ora utilizzato su un numero non elevato di persone, tra cui molti allergici.

Ha provocato raramente reazioni di tipo cutaneo (orticaria, edema, arrossamenti) in alcuni casi accompagnate da sintomi respiratori o altri disturbi generali, diagnosticate come reazioni anafilattiche. Tali reazioni sono in genere immediate (entro pochi minuti) e per questo è prevista una attesa in osservazione di almeno 15 minuti dopo l’iniezione. Su possibili reazioni allergiche ritardate al momento non ci sono particolari segnalazioni.

Per il momento non sono stati individuati fattori di rischio strettamente legati all’allergia, in quanto le reazioni possono verificarsi anche in soggetti non allergici.

Le reazioni avverse ai vaccini sono più frequentemente di tipo non allergico e anche il vaccino anti-Covid a Rna sta dimostrando di provocare spesso dolore e gonfiore nel punto di iniezione, ma anche mal di testa, dolori articolari, febbre, malessere generale. Tutti questi disturbi non rientrano nelle sospette reazioni allergiche, che sono molto rare in risposta a tutti i vaccini e si manifestano con i classici disturbi cutanei (prurito, orticaria, edema…) o respiratori. Questo vaccino peraltro è diverso da tutti gli altri (anche negli additivi), quindi non esiste una relazione che possa far considerare a rischio chi ha avuto reazioni allergiche ad altri vaccini.

Non ci sono particolari controindicazioni, ma ci sono comunque alcune categorie che dovrebbero rivolgersi allo specialista allergologo prima del vaccino:

  • I pazienti che hanno una storia di reazioni anafilattiche molto gravi (cioè con ricorso a terapia urgente o pronto soccorso) da puntura di insetti, da alimenti, da farmaci o vaccini. Alcuni di questi potrebbero avere avuto una diagnosi di mastocitosi;
  • I pazienti che soffrono di asma grave non controllato, per fare un periodo di terapia dell’asma che stabilizzi la situazione.

Alcuni di questi pazienti verranno sottoposti al vaccino con procedure particolari, cioè osservazione fino a un’ora dopo l’iniezione, con monitoraggio di frequenza cardiaca e pressione arteriosa, in ambiente ospedaliero o ambulatoriale attrezzato per l’emergenza.

La premedicazione con cortisonici è sconsigliata, quella con antistaminici non è di utilità dimostrata.

In particolare, la premedicazione con antistaminici non determina effetti negativi, anzi potrebbe ridurre le reazioni cutanee minori ma non previene quelle più gravi. Soltanto i pazienti con diagnosi di mastocitosi devono assumere antistaminici, come sempre, prima di sottoporsi ad interventi o esami particolari.

Come per tutti gli altri vaccini iniettivi, anche per l’anti-Covid è consigliabile distanziarlo di 48-72 ore rispetto alla Immunoterapia specifica iniettiva. Per la sublinguale può essere sufficiente non assumerla nello stesso giorno.